


La guerra dei cartelli della droga per il dominio del mercato messicano è arrivata anche qui, nella "Perla del Pacifico".
Dove c'erano esclusivi parties in lussuose magioni a picco sul mare frequentate dalla café society e poi da languide star della celluloide, jet setters ed eredi di colossali fortune, oggi ci sono le faide, i truci omicidi e i presidi militari.
Un altro paradiso tropical style definitivamente perduto? O solo una fase negativa, in attesa di nuove speculazioni immobiliari che rilancino la destinazione nel giro dei rich & famous, magari cinicamente attratti dalla coloritura maudite di questa baia ormai rinominata "Akapulco" (con la "K" di kalashnikov)?
Se la regina è morta, viva la regina, verrebbe da commentare. Il de profundis, insomma, non porta che a un rinnovato, nostalgico interesse per la golden age di una città scoperta, turisticamente parlando, negli anni Venti.
Federico Chiara, Vogue Italia, dicembre 2010 (n. 724), p. 184-189
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